In un articolo di qualche settimana fa abbiamo cercato di capire quali possono essere i fattori fisici determinati un aborto spontaneo. Oggi vogliamo affrontare invece gli aspetti psicologici e lo facciamo riportando un piccolo estratto di quanto scrive la Dr.ssa Anna Orfanò sul sito www.maternitadifficili.com, un articolo in cui l’aborto spontaneo non viene considerato come un evento non prevedibile, da accettare ma come un lutto da elaborare e superare.
L’aborto precoce è un lutto difficile da elaborare, a livello sociale è poco compreso in quanto si piange un bambino mai nato.
Fin da quando una coppia inizia a parlare della possibilità di avere un figlio comincia ad avere vari immaginari riguardante la famiglia, successivamente, quando si inizia a cercare una gravidanza si inizia ad instaurare un legame affettivo con il bambino immaginario, si iniziano a fare progetti, si costruiscono delle aspettative e dei sogni.
Nel momento in cui il test di gravidanza è positivo, si fanno le prime ecografie, si inizia, assieme al partner, a fantasticare sul nome, sul rapporto che si potrebbe creare, intensificando un legame.
Per tutti questi motivi alla frase “non c’è più battito” l’esperienza può essere traumatica, a prescindere dal tempo di gestazione.
Quando la donna affronta un aborto deve scontrarsi con sensazioni di fallimento: come donna e come madre, una madre che non è riuscita a portare al termine la gravidanza.
La prima risposta emotiva all’aborto sono i sensi di colpa seguiti da rabbia, frustrazione e pensieri depressivi.
Nonostante il lutto perinatale colpisca in Italia ogni anno circa il 30% delle donne in prima gravidanza, lo spazio di supporto psicologico è poco e ancor di più lo è per l’aborto precoce.
La prima cosa da fare dunque e l’accettazione di questo lutto socialmente non riconosciuto.
La psicoterapia strategica breve integrata è particolarmente adatta a facilitare il processo di elaborazione del lutto, lavorando in direzione del cambiamento e della riorganizzazione con strategie e pianificazioni, la persona verrà accompagnato a “vivere il lutto”.
Ognuno ha diversi modi di affrontare il lutto, di conseguenza anche la terapia andrà adattata al paziente, al suo sistema percettivo-reattivo.
Una delle parti più difficoltose è affrontare la negazione sociale di questo tipo di lutto che spinge a “riprovarci subito … ”.