1) Cos’è un tampone vaginale?
Il tampone vaginale è un esame semplice ed innocuo che viene usato in maniera diffusa e
frequente per poter diagnosticare in maniera specifica un’infezione.
2) Quando devo sottopormi ad un tampone vaginale?
Il tampone è consigliabile quando si hanno pruriti, bruciori, secrezioni vaginali, secchezza
vaginale, dolori durante i rapporti sessuali.
3) Come si esegue il tampone vaginale?
– Il prelievo può essere eseguito tramite due modalità:
un prelievo vaginale in cui mediante un cotton fioc di prelevano delle secrezioni dal
fondo della vagina.
– Un prelievo cervicale in cui le secrezioni sono raccolte dal collo dell’utero.
Nella maggior parte dei casi, per maggiore accuratezza diagnostica, si eseguono
entrambi.
4) Quali germi si possono identificare?
– Streptococco beta emolitico B o D.
– Stafilococco.
– Candida.
– Gardnerella.
Qualora si voglia rilevare questi microorganismi è sufficiente questo tipo di esame.
– Gonococco.
– Chlamydia.
– Mycoplasmi.
– Papillomavirus.
– Herpes virus.
In questi casi è necessario un tampone cervicale che deve essere effettuato tramite l’inserimento di uno speculum.
5) Cosa devo fare prima di sottopormi al tampone vaginale?
Prima di sottoporsi ad un tampone l’ideale sarebbe seguire alcune norme di
condotta nelle 24 ore precedenti al prelievo:
– Non effettuare lavande vaginali
– Non inserire ovuli o crema
– Evitare di immergersi in acqua (bagno)
– Evitare i rapporti sessuali
– Aspettare almeno 7 giorni dalla fine dell’ ultimo antibiotico assunto qualora si stia
seguendo una terapia antibiotica.
6) Posso fare un tampone vaginale in gravidanza?
Il tampone si può eseguire durante la gravidanza quando ho dei sintomi che mi posso far
pensare ad un’ infezione oppure, in maniera routinaria secondo le Raccomandazioni del
Ministero della Salute, alla 35 esima settimana per individuare la presenza di un batterio:
lo streptococco Beta-emolitico che potrebbe causare infezioni al bambino. In questo caso
la paziente viene sottoposta anche ad un tampone rettale e ad un’urinocoltura per
verificare che il batterio sia assente in qualunque distretto della pelvi.