Autismo e sessualità

Autismo e sessualità

Autismo e sessualità – L’ autismo è una condizione che riguarda una piccola parte della popolazione che si trova in una condizione in cui non riesce a comunicare con il resto della società mediante i consueti canoni.
Le cause non sono ancora state individuate e, di conseguenza, anche le eventuali terapie non sono ben definite. La difficoltà nella comunicazione non include necessariamente anche difficoltà nello sviluppo intellettivo, cognitivo o fisico ed i problemi iniziano proprio per questa discrepanza. I genitori e tutti coloro che vengono a contatto con i ragazzi autistici si approcciano a loro come fossero dei bambini bisognosi di coccole e sostegno anche quando sono adulti e, se ben guidati, in grado di rendersi in parte autonomi.

La famiglia di un ragazzo autistico si trova a vivere sentimenti ambivalenti, da un lato la volontà e la necessità di aiutarlo, dall’altro la frustrazione di prolungare nel tempo una condizione di dipendenza che per le persone fuori dallo spettro è collegata solamente all’ infanzia e alla preadolescenza.

Spesso queste famiglie vivono sentimenti complessi di depressione, rabbia, difficoltà e si isolano per evitare di dover gestire i comportamenti dei propri figli; a questo si aggiunge l’ onnipresente senso di colpa per la condizione del figlio e per il fatto di lasciarne la responsabilità ad eventuali fratelli e sorelle che hanno ancora più difficoltà, divisi tra la “ mancanza” dei genitori, assorbiti dal fratello autistico, la responsabilità presente e soprattutto futura della sua gestione e, a volte, l’ isolamento rispetto ai coetanei poichè, come succede per i genitori, può essere imbarazzante presentare il fratello agli amici e così si evita di invitarli a casa.

L’ elemento più complesso è cercare di rendere questi ragazzi indipendenti in maniera che alla scomparsa dei genitori possano vivere dignitosamente. Lasciare loro la libertà di diventare grandi è però un percorso lastricato di paure e sofferenze che non tutti i genitori riescono ad affrontare, senza contare quelli che si vergognano della condizione dei propri figli e cercano di conformarli agli standard sociali peggiorando alcune caratteristiche dello spettro che vengono accentuate.

Ovviamente anche il rapporto tra marito e moglie risente di questo equilibrio precario in cui tutto gira introno allo spettro autistico.
Nel fisiologico processo di crescita arriva un momento in cui bisogna gestire anche i cambiamenti fisici ed i naturali istinti sessuali dei ragazzi, siano essi di sesso femminile o maschile.

La sessualità è un concetto ampio in cui le inclinazioni personali ed il confronto con la società copartecipano. Nei ragazzi con autismo questo secondo aspetto viene a mancare visto le difficoltà oggettive che hanno a confrontarsi con il mondo mediante un linguaggio comune.

Il sesso è un aspetto cui non si pensa quando si parla di ragazzi con disabilità. Molti genitori hanno limiti dettati dalla loro educazione e dal substrato socio-culturale: non si sentono pronti a parlare con i propri figli ed invece si sentono soli a dover affrontare il problema così l’ argomento si evita ed i ragazzi, avendo difficoltà a

comunicare con i loro pari, cercano informazioni su internet, riviste porno. Un’ ulteriore difficoltà nasce nel dover parlare in modo molto esplicito ai figli di sesso opposto, la qual cosa genera non poco imbarazzo e per di più si è limitati dal non poter conoscere alcune cose di cui si deve parlare.

A volte occuparsi a tempo pieno di un ragazzo con autismo porta però a giustificare dei comportamenti del caregiver come l’ iperprotettività, comportamento che limita le interazioni dei ragazzi con l’ esterno ed accentua la loro dipendenza dai caregiver, i quali, dal canto loro, trovano nell’ assistenza al ragazzo con autismo una giustificazione per non impegnarsi su altri fronti della vita.

In questo modo si genera un circolo vizioso non vantaggioso per entrambi ma senza dubbio peggiore per i ragazzi che non riescono ad acquistare un’ autonomia, non riescono a pensare ed agire in maniera indipendente.
I ragazzi con autismo vivono in un mondo in bianco e nero, le sfumature degli atteggiamenti della sfera sessuale non vengono percepite per cui il loro comportamento diretto può venire frainteso. Non riescono a comprendere il concetto di intimità ed i genitori, per questo, temono che i propri figli vengano giudicati male. Tutti questi fattori tendono a non far affrontare il problema della sessualità alle famiglie e molto spesso anche alle istituzioni che si prendono cura di loro, a volte nelle scuole manca l’ educazione sessuale e se c’è non è sufficientemente strutturata per lo spettro autistico. Nella vita quotidiana sono ragazzi che si comportano come bambini ma dal punto di vista della sessualità hanno le esigenze dei loro coetanei. Questo atteggiamento in cui non si affronta il problema non fa altro che esporre i ragazzi, i quali non hanno percezione di ciò che succede, ad abusi sessuali.

Un ambiente protetto comporta per i ragazzi una mancanza di opportunità di esperienze di amicizia, di autonomia, di comunicazione con il mondo esterno, insomma una spersonalizzazione.
I limiti che i genitori inculcheranno nei ragazzi da bambini li accompagneranno anche nell’ età adulta.

I ragazzi con autismo hanno il diritto di crescere, di sapere, di avere una loro sessualità (Hai problemi di sessualità?come ogni altro individuo e vanno preparati a questo fin da bambini facendogli acquisire prima di tutto la percezione di sè in modo che diventino autonomi nel vestirsi, nel mangiare, nello scegliere insomma, in modo da aumentare la propria autostima e da sturutturare la propria autoderminazione.

I ragazzi devono sapere che loro sono diversi e che l’ esterno ha difficoltà a capire questa diversità ma non deve essere una scusante per l’ isolamento.

Un ragazzo con autismo può scegliere le proprie passioni ed i propri interessi, può vestirsi e lavarsi autonomamente ma molto spesso sono i genitori che non si fidano di questa capacità di scelta perchè significa accettare anche delle cose che per loro non vanno bene o che la società non reputa consone.

La famiglia deve insegnargli una serie di cose necessarie per la quotidianità:
1. Riconoscere il grado di legame che hanno con le persone e la capacità della negoziazione e del compromesso e non quella dell’ obbedienza, imparare a dire di no per evitare che possano essere vittime di abuso.

2. Le amicizie: spesso non sanno riconoscere le persone amiche dagli sconosciuti e non riescono neppure a definire comportamenti giusti o sbagliati per questo sono importanti le amicizie, fondamentale è costruire un gruppo di amici a cui il ragazzo può fare riferimento.

3. Il concetto di pubblico e privato e le varie attività che in ognuna delle due situazioni si possono espletare, soprattutto con chi si possono espletare, si pensi per esempio al bagno. Molto spesso non hanno consapevolezza della differenza per cui possono mettersi a rischio di abusi e, per evitare questo, un passaggio fondamentale è insegnare ai ragazzi a masturbarsi in luoghi privati.

4. La privacy della camera da letto: spesso i ragazzi dormono con i genitori. Dormono solitamente molto poco e spesso questo crea dissapori tra i coniugi visto che l’ insonnia dei figli causa stanchezza e divisione.
5.Il rispetto per gli altri: i ragazzi autistici non riescono con facilità a comprendere le emozioni e per loro un rifiuto può diventare fonte di rabbia, frustrazione ed autolesionismo.

6. La gestione dell’ ansia che è presente in molti ragazzi come, d’ altronde, in tutti gli adolescenti.
Il complesso di questi parametri educativi è alla base per una corretta educazione sessuale, spiegare quali sono le relazioni d’ affetto, come fisicamente avviene il rapporto e quali sono gli organi coinvolti, dare informazioni sulla contraccezione, le malattie sessualmente trasmesse e le gravidanze, spiegargli cos’è un consultorio e come raggiungerlo, l’ uso dei sex toys e della pornografia è fondamentale per il benessere dei ragazzi.

Una particolare attenzione va prestata all’ omosessualità che teoricamente può essere presente e va considerata.
Quando i ragazzi/e si affacciano all’ adolescenza si devono affrontare le sensazioni nate dalle modificazioni corporee e le nuove funzioni dei genitali (le polluzioni notturne, le mestruazioni, i peli, in modo da raggiungere un nuovo equilibrio per evitare destabilizzazioni.

Un paio si aspetti che sembrano banali ma per i ragazzi con autismo sono fondamentali sono l’imparare l’ utilizzo delle toilette pubbliche, gestirle in modo che non diventino punti in cui rischiano di essere molestati o di molestare a loro volta, e comprendere cosa significa il sesso a pagamento, imparare che non tutte le donne sono disponibili e che loro stessi non devono farlo.

Quando si instaurano dei comportamenti problematici è complicato poi eradicarli per questo è importante che i ragazzi vengano educati nei momenti giusti.
Imparare per esempio come masturbarsi e soprattutto quando e dove farlo (può essere per loro un modo per scaricare la tensione, per facilitare il sonno , per cacciare la noia, per rilassarsi) senza intaccare la libertà altrui.

L’ utilizzo di oggetti per procurarsi piacere oppure le modalità di interazione con altre persone, ricevere e dare abbracci non consensuali, denudarsi in pubblico oppure in casa in momenti inopportuni, evitare di applicare comportamenti persecutori quando ci si innamora di una persona, questo elenco è importante per riuscire a mantenere un certo grado di serenità nel quotidiano della propria famiglia che rischierebbe di non poter più avere contatti con altre persone a causa dei comportamenti problematici del ragazzo con autismo.

Si pensi ad un fratello oppure una sorella che vuole invitare degli amici a casa con il fratello che ha atteggiamenti inopportuni, rischierebbe di trovarsi isolato, lo stesso ovviamente vale per i genitori.

I comportamenti inappropriati, una volta instaurati, vanno corretti ma non è cosa semplice: bisogna cercare di capire l’ origine del comportamento (medica, sensoriale, evitante, bisogno di richiamare attenzione) ed applicare una condotta adeguata.
Non considerare, per esempio, le loro reazioni quando vogliono richiamare l’ attenzione così che comprendano che quel comportamento non è produttivo.

Oltre a bloccare i comportamenti inappropriati è importante anche strutturare dei comportamenti appropriati come la capacità di gestire un rifiuto (soffrono molto quando vengono rifiutati e possono arrivare ad avere atteggiamenti autolesionisti), il contatto fisico, i segreti, i rapporti di potere nelle cerchie di amicizie.

Il segreto per tutelare i ragazzi è creare una rete di adulti fidati che conoscano le potenzialità del ragazzo e sappiano come comportarsi.
I ragazzi con autismo devono sapere di essere diversi e devono sapere come comportarsi.

L’ educazione sessuale (https://www.mariapiadinicola.it/)  è un settore complesso in genere ma nei ragazzi con autismo diviene ancora più complessa ed importante. Questi ragazzi non hanno le competenze di sviluppo necessarie per un rapporto con i pari per cui le informazioni vanno trasferite in toto e con termini chiari e diretti adatti al loro livello di sviluppo. Verificare l’ efficacia degli attuali programmi è complicato vista la riservatezza che questo argomento prevede. Un altro problema da affrontare è poi la riluttanza dei genitori ad accettare che i loro figli possano avere delle esigenze sessuali normali da soddisfare.

La collaborazione con i genitori, tra l’ altro, è fondamentale perchè sono loro che a casa devono ripetere i concetti nello stesso identico modo degli educatori. Le istituzioni scolastiche, un po’ per mancanza di fondi, un po’ per chiusura mentale, non aiutano molto le famiglie sotto questo punto di vista. Mi sono chiesta cosa succede nei casi in cui la persona sia omosessuale ed ho stranamente scoperto che i ragazzi che vivono nello spettro hanno forse meno problemi di quelli “normali”. In uno studio svedese di Rudolf C. et Al del 2018 su 47000 persone è emerso che le persone autistiche non si rispecchiano nelle categorizzazioni sessuali consuete. Su un sito che si occupa di autismo leggo:

“Queste categorie tradizionali non funzionano“, afferma il ricercatore Kiriaky Kosidou del Karolinska Institute. “Affrontare i temi della sessualità è importante nei contesti clinicima i nostri risultati dimostrano che dobbiamo pensare fuori dagli schemi; dobbiamo pensare in modo innovativo.”

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